venerdì 12 maggio 2017

Tonight

Chi mi conosce lo sa che sono un peccatore. 
Non confondetemi: è solo perchè nonostante sia cresciuto con i dogmi cristiani, ho deciso di abbandonarli da tempo. È che mi sono accorto, nei dissidi interiori adolescenziali, che non mi appartengono. E soprattutto che non rappresentano a dovere ciò che dovrebbe guidare il mondo ai giorni nostri. 
Ho abbandonato da un po' l'idea di sposarmi. Non fa per me, e più vado avanti, più mi rendo conto che sia un'inutile perdita di tempo e soldi. I contratti a tempo indeterminato, li preferisco sul lavoro. 
È che non ci sono portato, tutto qui. Sono un affidabile lavoratore, uno che nella professione ci mette l'anima, qualsiasi essa sia. Ma nelle relazioni amorose non sono altrettanto affidabile, ormai ne ho coscienza.
Però sono un sognatore: ho sempre la speranza che un giorno tutto questo possa cambiare, che qualcuno possa trasformarmi nella persona che non sono. Nel santo che ogni donna desidera al suo fianco, nei suoi più intimi segreti. 
La realtà è che sono uno che vive di notte: il momento in cui tutto è possibile, in cui i sogni, anche quelli ad occhi aperti, possono prendere vita. E ogni tanto li lascio vivere, anche nella realtà, pur restando nella semi-coscienza che poi prende vita e mi fa capire che la realtà è ben diversa: non c'è qualcuno che ti salva, ti salvi da solo. Se ci riesci. 
Questa canzone che lascio in allegato è una di quelle che lascia il segno.
Nel testo c'è l'infelicità di chi ha deciso di fare il santo e che si rende conto troppo tardi che non ne è capace, pagando per un peccato.
C'è la malinconia del rendersi conto che è sbagliato, e l'insicurezza del non sapere perché accade. Forse, è semplicemente qualcosa che succede perché siamo fatti così. E facciamo fatica ad accettarlo.
Di notte, alle volte, conviene lasciar andare via il proprio corpo a ciò che si sente. Stanotte, è meglio per tutti che sia così.

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