Gli amori sono come le scarpe. Alcune sono bruttine ma confortevoli, ci puoi fare km, sai che ti accompagneranno per molto tempo e non ti tradiranno mai. Altre sono bellissime, sexy ed eleganti, ma terribilmente scomode, le metti per uscire a bere nei locali del centro storico e a malapena riesci ad arrivare a fine serata, torni a casa, le metti nella scarpiera ed aspetti l'occasione di reindossarle, ma sai già che non arriverà mai, fino a quando ti decidi a far pulizia e a malincuore le butti, o peggio ancora le porti in un mercatino dell'usato. Le scarpe con la suola intonsa nello scaffale dei mercatini mi mettono tristezza, perché non hanno avuto una seconda opportunità: magari una soletta in gel e qualche cerotto avrebbero potuto migliorare la situazione, ma nessuno ci ha pensato, ed è così anche con quegli amori bellissimi e scomodi, quelli che ti fanno impazzire di gioia all'inizio ma poi diventano impossibili da sopportare, perché sono dolorosi, non si adattano al tuo cuore, non puoi andarci da nessuna parte, ed è così che, alla fine, ti adatti ad un amore comodo ma ordinario, che non fa male ma non ti valorizza neanche, è così che ti rassegni ad indossare un paio di scarpe da ginnastica, anche se sogni delle Loboutin di vernice tacco 12.
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